Forse molti di Voi non conoscono i giornalisti italiani, o almeno una buona parte di loro; tanta gente non immagina che l’attuale situazione politica e sociale è anche dovuta alla loro responsabilità.
Pure il termine giornalisti per alcuni è un po’ azzardato, il vecchio dispregiativo “pennivendoli” in alcuni casi è addirittura un complimento, perché in qualche modo li legittima.
Il moltiplicarsi dei mezzi di comunicazione, da una parte ha garantito maggiore pluralismo e possibilità di scelta, ma il prezzo da pagare è stato un generale scadimento della qualità dell’informazione, aggravato dal fatto che gli editori, in genere imprenditori in qualche modo legati alla politica e alle caste, indirizzano i loro “dipendenti” a scrivere guardando all’interesse… dello sponsor!
A questo si aggiunge il fatto che tutti questi spazi in qualche modo devono essere riempiti, e allora si pubblica di tutto: notizie inutili, dichiarazioni di ogni genere senza alcuna selezione, conferenze stampa che non interesserebbero neanche le madri di chi le indice, boutade create per avere visibilità, e gossip a go go.
Ormai la figura del vero giornalista, quello che cerca le notizie interessanti, ne controlla l’attendibilità e le propone al pubblico in modo equilibrato, è relegata a programmi di nicchia, o alle pagine interne dei giornali.
Non parliamo poi del giornalismo d’inchiesta, ormai chiuso in un angolo dalle minacce legali del potente di turno; si contano sulle dita di una mano i pochi che ancora si possono permettere di lavorare con una copertura legale.
La parte del leone la fanno tutti gli altri; pappagallini che ripetono le dichiarazioni dei potenti, ben istruiti dai loro capi.
E siccome sono la stragrande maggioranza, fanno tendenza; ovvero la gente è portata a ritenere che quella sia la normale informazione: prepotente, pettegola, urlata, maleducata, molte volte anche falsa.
Avete mai visto l’assembramento di questi avvoltoi intorno a quella che in quel momento è la notizia che rende?
Si scannano per il boccone più grosso, per quella parola in più che riescono a strappare al malcapitato di turno che magari gli farà guadagnare quei 10 secondi di notorietà, rilanciati da tutti i media.
E le domande? Provate ogni tanto a registrare un’intervista e ripassate le domande: sono sempre le stesse, e sempre più banali.
In molti casi viene stravolto il significato delle dichiarazioni, perché i concetti sono estrapolati da un discorso più ampio che aveva un senso diverso, ma magari non utile per fare cassetta.
E’ un peccato che la gente si sia assuefatta questo sistema di comunicazione, sempre più simile alle chiacchiere da cortile, portavoce delle lobbies, e molto lontano a quello che dovrebbe essere:
la spina dorsale della Democrazia.
Il risultato delle elezioni politiche è lo specchio di tutto ciò; la gente è spaesata, non riesce più a valutare quale deve essere il leader da mandare al governo perché non ci capisce più nulla, e si divide.
Ogni dichiarazione, ogni promessa, anche quella oggettivamente ridicola, viene rilanciata migliaia di volte da migliaia di media; una bugia dopo tante volte che la si dice, diventa apparente verità, pur rimanendo per sempre una bugia, ma è servita a contrastare l’avversario.
Nulla accade poi a chi la dice, a chi promette a vanvera, la maggior parte degli italiani dimentica presto; i politici e i loro lacchè lo sanno e sono sempre pronti a sparane un’altra, e a farci sopra uno scoop!
Tutti ne traggono un vantaggio, tranne noi.
Ma che hai la palla di vetro?
Hai visto oggi i giornalisti (maddechè) italiani che figura di m***a con la storia dell’intervista di Grillo a Focus tedesco?
A buciardiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!
non seguo più i giornali e vedo solo sky, mi proteggo così da quest’ammasso di fanfaroni